Contributo ANDIS su AC 2423 “disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”

On. Presidente, On.li Commissari,

l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (A.N.DI.S.) ringrazia per essere stata consultata sul disegno di legge sopra richiamato, premettendo che la scuola, pur svolgendo un servizio di pubblica utilità, è un organo costituzionale volto a garantire i principi, i valori e le garanzie della Carta del 1948. Pertanto, rientrano nei suoi compiti l’informazione plurale e disinteressata, lo sviluppo delle capacità critiche dei cittadini e, non ultimo, la convinta affermazione dei principi di libertà, democrazia, uguaglianza e parità dei diritti di ogni persona. L’ANDIS ritiene che si debba attuare quanto richiesto dalla “Convenzione di Instanbul” del 2011 e successiva risoluzione europea del 2013, che ha annoverato l’Italia fra i paesi “sprovvisti di politiche sostanziali in materia di parità tra i sessi nel campo dell’istruzione” e dove ancora “non è prevista in modo sistematico l’educazione sessuale nelle scuole” e invita il Parlamento a trovare una soluzione condivisa sulle tre proposte di legge presentate in materia (Ascari, Manzi, Ravetto). Tanto premesso, in merito al disegno di legge in oggetto rileva quanto segue: ART. 1 (Disposizioni in materia di consenso informato preventivo delle famiglie) L’ educazione sessuale e affettiva consiste nel dar voce al corpo e alle emozioni, rispettare le differenze anche di genere, nelle pari opportunità educative. Tutto questo, essendo incardinato nella relazione studente – docente, deve attraversare ogni momento scolastico, ogni disciplina, poiché la strada per educare alla sessualità consapevole e alla crescita affettiva armonica e rispettosa è quella della apertura alla conoscenza e al confronto. Il compito educativo spetta in modo primario alla famiglia, come istituto a ciò deputato secondo il dettato costituzionale (artt. 30 e 31), ma tale compito è condiviso con altre agenzie educative come la scuola, nel cui ambito esso è primariamente in carico agli insegnanti e al personale scolastico, ossia alle figure impegnate in prima linea nella relazione con gli alunni. Per tale ragione, piuttosto che delegare l’educazione all’affettività ad esperti esterni o relegarla ad iniziative formative estemporanee, occorre agire in modo prioritario sulla formazione in ingresso e in servizio del personale docente ed educativo, perché sia realmente accertato il possesso di specifiche competenze di carattere psico-pedagogico, ma questo non potrà certo avvenire a costo zero (ART. 3) Il motivo della richiesta di gradimento da parte delle famiglie quando si tratta di educazione alla sessualità sottende una vigilanza, una tutela nei confronti della scuola non previsto per altri temi e discipline, considerando che il PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) viene presentato alle famiglie secondo criteri di trasparenza e pubblicità annualmente attraverso tutti gli OO.CC. (Organi Collegiali) e il patto di corresponsabilità viene sottoscritto tra scuola e famiglia all’atto dell’iscrizione.

L’educazione alla sessualità fa oggi così paura da doverlo sovrintendere, limitare con consensi, vincoli e
divieti anziché favorirne il successo per la piena consapevolezza e la legittima disponibilità personale?
c. 4 Le Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia prevedono il campo d’esperienza “Il sé e l’altro” in
cui si recita “ I bambini iniziano a porsi, fin dalla prima infanzia, “grandi domande” rispetto agli eventi della
vita, a problemi concreti, a cambiamenti personali e sociali…”, e ancora “la scuola dell’infanzia è tenuta ad
offrire costanti occasioni educative per accompagnare i bambini a trovare le prime risposte a questi
interrogativi, contribuendo alla formazione della loro identità personale, all’acquisizione di una sempre
maggiore autonomia, all’esercizio della propria libertà e responsabilità, nella consapevolezza che l’unicità di
ciascuno è caratterizzata dalla presenza di tratti fisici, culturali, sociali, religiosi differenti”. Non si capisce
perché tale segmento debba rimanere escluso così come la scuola primaria per la quale le Indicazioni
Nazionali prevedono tra gli obiettivi specifici di apprendimento delle scienze al termine della classe III – Esseri
viventi e corpo umano – “Riconoscere le parti principali del corpo umano, nei suoi diversi organi e apparati”
e al termine della classe V – L’uomo, i viventi e l’ambiente- “Conoscere gli elementi fondamentali del corpo
umano e le funzioni riproduttive”. Non sembra che l’educazione sessuale sia contraria a quanto previsto

Per l’A.N.DI.S. un’alfabetizzazione socio-relazionale è alla base della crescita armonica di ogni persona, nel
rispetto dell’Autonomia scolastica e del ruolo specifico delle famiglie stesse in un’ottica di coinvolgimento
degli attori del processo e di creazione di alleanze educative strategiche.
ART. 2- (Disposizioni in materia di coinvolgimento di soggetti esterni nello svolgimento delle attività
scolastiche)
In merito al “coinvolgimento di soggetti esterni nello svolgimento di attività formative curricolari ed
extracurricolari”, “subordinato alla deliberazione del collegio dei docenti e all’approvazione del consiglio di
istituto” l’A.N.DI.S. informa che le scuole sono tutte dotate di un regolamento per gli esperti esterni, che
individua criteri sulla cui base comparare i curricula degli aspiranti all’incarico; tale regolamento è proposto
dal Collegio dei docenti ed approvato dal Consiglio d’istituto composto tra gli altri da rappresentanti dei
genitori e, nella secondaria di II grado, degli studenti.

La previsione appare ridondante e non apporta alcuna novità.

 

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